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Illuminazione artificiale nell’orticoltura: i risultati ottenibili con l’alluminio

Illuminazione artificiale nell’orticoltura: i risultati ottenibili con l’alluminio

Nell’ambito dell’illuminazione artificiale, un settore in forte sviluppo è quello legato alle applicazioni agricole e dell’orticoltura in ambiente protetto. Si tratta, infatti, di un segmento di prodotti ad alto valore aggiunto, ben remunerati rispetto ad altre coltivazioni e maggiormente interessati dagli investimenti da parte dei produttori. Un ecosistema che sta attraversando un momento di forte evoluzione: complice anche il cambiamento climatico, negli ultimi anni hanno perso appeal le produzioni in pieno campo, le quali presentano dei limiti facilmente immaginabili. Sono, infatti, soggette all’andamento meteo – pioggia, grandine, vento, siccità – e agli attacchi parassitari.

Questo spiega la maggiore diffusione delle serre tradizionali – che diventano sempre più hi-tech – e lo sviluppo delle vertical farm: gli orticoltori si stanno sempre più orientando verso produzioni in ambiente protetto, dove l’illuminazione artificiale diventa un fattore produttivo differenziante. Tale scelta, che si rivela sicuramente più efficiente in termini di rese produttive e in termini di qualità delle produzioni, deve però fare i conti con un altro aspetto, ossia quello della sostenibilità economica e ambientale della serra o dell’impianto.

Produrre di più con meno

Per sintetizzare il concetto, può essere utile considerare quello che sta diventando un vero e proprio mantra per i produttori: occorre produrre di più, con meno. Il che è ancor più valido negli ultimi tempi, da quando cioè energia e materie prime hanno costi proibitivi. In quest’ottica, si spiega la crescente attenzione all’illuminazione artificiale per orticoltura, la quale è in grado di migliorare le rese dei raccolti ma ha una profonda incidenza sul bilancio energetico, e quindi economico, della serra. Perché, se è vero che l’illuminazione artificiale degli ambienti produttivi interni consente di avere stagioni vegetative a ciclo continuo – si possono dunque produrre ortaggi e frutta senza considerarne la stagionalità – è altrettanto vero che un’inefficienza dell’illuminazione artificiale può portare a vanificare l’impresa. In questo senso, un ruolo chiave lo riveste l’alluminio, capace di efficientare i sistemi di illuminazione artificiale.

L’illuminazione artificiale è strategica

In ambienti indoor, grazie al completo controllo dell’illuminazione artificiale, i produttori possono monitorare l’intero ciclo vegetativo della coltura, nonché regolare con precisione o persino accelerare le diverse fase della crescita di una pianta. Poiché l’illuminazione artificiale per orticoltura deve essere finalizzata all’ottimizzazione della crescita delle piante, tradizionalmente si sono usate le lampade HPS (High Pressure Sodium – ai vapori di sodio ad alta pressione) le quali si sono distinte per l’alta efficienza con uno spettro di emissione particolare e concentrato nelle bande del giallo, del rosso e del rosso profondo racchiuso nell’intervallo di lunghezze d’onda PAR (Photosynthetically Active Radiation – radiazione fotosintetica attiva). Questo spettro , favorisce infatti la fase di fioritura e pertanto queste sorgenti hanno superato di gran lunga le precedenti soluzioni basate su lampade a incandescenza e a fluorescenza.

Nonostante la tendenza in orticultura sia focalizzata all’utilizzo delle sorgenti a LED, grazie alla possibilità di gestire svariati spettri luminosi e al ridotto consumo energetico, le lampade HPS risultano ancora in molti casi una soluzione migliore in quanto l’energia assorbita viene convertita sia in luce che in calore (utilizzabile per riscaldare le serre), facilmente gestibile e direzionabile.

L’alluminio PVD sotto i riflettori

Versatile, duttile, resistente e, soprattutto, efficiente in termini di riflessione, questi sono  i principali punti di forza che l’adozione dell’alluminio PVD porta a vantaggio delle serre. Questo materiale, infatti, non soltanto combina la durabilità con la riflessione elevata (il processo PVD assicura all’alluminio, una riflessione totale fino al 98%)  – ma permette anche una vasta scelta di finiture, si può spaziare da superfici altamente speculari a superfici più diffondenti.

Queste caratteristiche abilitano le superfici PVD a essere utilizzate come materiale per ottiche a riflettori  che hanno  un campo di applicazione molto ampio  nell’orticoltura :  i  riflettori abbinati a sorgenti HPS permettono di gestire molto bene la  distribuzione dei fasci luminosi  garantendo elevate uniformità e massimizzando la prestazione delle sorgenti; i benefici descritti si possono declinare anche alle crescenti installazioni con sorgenti  LED, mantenendo con fasci ottimali inalterati spettri di emissione.

 

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